Se Rossellini, grande regista italiano del dopoguerra, fosse ancora in vita avrebbe potuto girare un film sulla nostra città il cui titolo, parafrasando il suo più noto capolavoro cinematografico, sarebbe potuto essere, a scelta, "Palermo citta chiusa" oppure "Palermo città morta".
Scendendo in città intorno alle ore 1,00 del primo giorno dell'anno 2011 per accompagnare la mia giovane madre (90 anni fatti) presso la sua dimora,decisi stoltamente di fare un giro in citta per poter godere delle attrattive appositamente predisposte, per la fine del vecchio anno e l'inizio del nuovo, dalla zelante macchina operativa dell'amministrazione comunale. A tal fine mi recai nel luogo che tutti i palermitani riconoscono quale centro della loro città, cioè Piazza Politeama. Mi attendevo grandi iniziative culturali, palchi attrezzati alla bisogna, megagalattiche tecnologie di amplificazioni, strabilianti e accattivanti giochi pirotecnici, insomma tutto quanto potesse rendere assolutamente unico e memorabile l'inizio dell'anno nuovo, sia per gli autoctoni che per i probabili 47 turisti che per improvvida scelta avevano deciso di trascorrere nella nostra città questo momento epocale.
Arrivato, intorno all'una, nella suddetta piazza, fui preso da scoramento più profondo. Nessun palco, nessuna attrezzatura megagalattica, nemmeno un lumino lasciato abbandonato chissà da qualche ignoto e ignaro celebratore, poche tracce di botti. Altro che ressa, confusione, commistioni di masse e razze dedite alla realizzazione di lunghi treniti umani, sfreccianti al ritmo noto di "Brigitte Bardot, Bardot....".
Qui Buzzati avrebbe sicuramente tratto ispirazione nel momento di scrivere il suo romanzo "Il deserto dei tartari".
Uniche luminarie provenivano da nr. 2 camper di venditori di panini con porchetta e affini, allocati al centro della piazza i quali però non dispensavano un bel niente, stante la scarsa presenza di potenziali acquirenti.
Ora, è giusto che io dica che mi sono spesso lamentato, in momenti di relativa prosperità economica, dello sperpero di denaro pubblico, allegramente dispensato nel passato per la realizzazione di concerti o varie iniziative propinate alla popolazione il giorno di S.Silvestro.
E allora, perchè lamentarsi? Mi lamento perchè proprio in questo momento si è persa un'ennesima occasione per far rialzare la testa a questa oramai trista città!
Si poteva, ad esempio, ammettere pubblicamente che l'amministrazione era a corto di soldi e quindi (come si fa ultimamente anche per alcune attività culturali organizzate dal comune quale "Palermo apre le porte") coinvolgere alcuni sponsor privati per l'organizzazione di uno spettacolo quale vetrina per nuovi talenti locali i quali sicuramente si sarebbero proposti "aggratis" di allietare la fine dell'anno vecchio e l'inizio del nuovo nell'allestire uno spettacolo che avrebbe avuto gli stessi palermitani quali attori e fruitori.
Pensavo a mia figlia, che disegna fumetti, o a qualche mio alunno che vorrebbe "sfondare" nel mondo dello spettacolo, che spesso lavorano gratuitamente pur di farsi conoscere. Poteva essere un'occasione per esaltare il nostro "vivaio" per far crescere questi nostri giovani, per dar loro una visibilità che quasi mai è loro concessa, in una città ingessata dalle clientele e dal nepotismo e quindi destinata inevitabilmente all'oblìo.
Bastava un niente. Ma neanche questo poco è stata in grado di fare la nostra cara amministrazione, composta da tanti piccoli sindaci/assessori che hanno interesse a coltivare e coltivano unicamente il loro piccolo orticello elettorale che produce però frutti asfittici e spesso malsani, trascurando talenti e potenzialità.
Auguri Palermo e buon 2011!
Ah, dimenticavo. Una cosa accomuna la Roma del '43, descritta da Rossellini nel suo splendido film, con la Palermo di oggi. Quella, usciva dal tragico bombardamento alleato che, pur nella sua devastazione, fu foriero di grandi cambiamenti per la stessa urbe oltrechè, più in generale, per l'intera nazione. La nostra città, oggi, sta venendo fuori da un bombardamento di circa 8 anni subito ad opera delle due ultime "autoelettesi" amministrazioni comunali (dico autoelettesi perchè in città "stranamente" non sono riuscito a trovare un solo cittadino che ammettesse di aver votato per il nostro attuale sindaco) che sono abilmente dedite, da anni, alla magica pratica della prestidigitazione con la quale sono riuscite, con destrezza, a far sparire i soldi dei contribuenti diminuendo i servizi offerti e lasciando, a futura memoria, in bella mostra, la nostra cara munnizza, quale simbolo della loro incapacità organizzativa e gestionale.