sabato 10 aprile 2010

S.Mercurio

Il primo lavoro che abbiamo affrontato insieme alla collega I.L.P., già nel lontano 2006, fu l'adozione dell'Oratorio di S.Mercurio, posto di fronte l'attuale ingresso della chiesa di S.Giovanni degli Eremiti.
La chiesa sorse nel 1557 ed alcune leggende subito si collegano ad essa.
Innanzitutto perchè far sorgere una chiesa attaccata ad un'altra e dedicarla a S.Mercurio? C'è qualche attinenza tra le due?
Se ci fermiamo solo ai nomi dei due santi sembra proprio di no: S.Giovanni non sembra avere alcun collegamento con S.Mercurio. Ma gli Eremiti? Che ci fanno degli eremiti in una zona della città da sempre molto vicina al centr
o del potere ? Accanto sorge infatti il palazzo dei Normanni ed il sito, sin dalla fondazione della città, ha sempre accolto il potere cittadino.
In realtà bisogna pensare non tanto a qualche eremita ma ad una storpiatura della parola. Infatti in questo luogo, Gregorio Magno nel IV secolo d.c. aveva edificato un monastero dedicato a S.Ermete successivamente abbattuto da re Ruggero e riedificato per affidarlo ai benedettini. Ma Ermete ci ricorda Ermes il dio greco messaggero degli dei che i latini chiamavano Mercurio. Quindi Ermete e Mercurio erano la stessa persona.
Secondo mistero. Di fronte la chiesa attuale sorgeva un oratorio sotterraneo già in disuso nel 1851.Di esso non vi è più traccia. Se eiste mi piacerebbe visitarlo.
Altro mistero: l'acqua. Pare che sotto la chiesa ci fosse una fonte misteriosa a cui veniva attribuito il potere di guarire dalla malaria. Nessuna certezza quindi nessun commento. L'unica certezza è che la chiesa si trova esattamente nei pressi dell'alveo del fiume Kemonia interrato alla fine del XVI secolo, in una zona, peraltro in cui anfratti e grotte abbondavano.
L'immagine accanto mostra la collocazione attuale della chiesa, posta tra S.Giovanni degli Eremiti e la via Porta di Castro, che era per l'appunto il letto del fiume Kemonia. Di acqua, quindi ce n'era in quantità.
La chiesa poi venne affidata alla Compagnia di S.Maria della Congregazione il cui scopo era quello di portare conforto ai malati del vicino ospedale di Palazzo Sclafani (da qui forse si spiegherebbe la famosa acqua che guarisce dalla malaria).
Si accede alla chiesa dal via dei Benedettini, per mezzo di una traversina cieca in fondo alla quale a destra c'è lil doppio scalone d'ingresso, realizzato nel 1719. Gli interventi sulla chiesa vennero fate in epoche successive, come succede sempre in quanto la Congregazione necessitava di soldi per poter approntare di volta in volta le opere.













Il doppio scalone ed il portale sono entrambi in stile barocco pur senza eccessive esuberanze decorative che si innestano in una facciata tardo rinascimentale semplice con un sovrapporta ad arco spezzato (come mi ha insegnato la mia collega Ida: quindi se sbaglio è colpa sua).
Purtroppo, sopra l''oratorio qualcuno ha pensato di costruire casa e visto che la nostra creatività e pari anche alla nostra sbadataggine, nessuno si è mai curato di avvertire i signori che questo non si poteva fare. L' "insediamento" è stato anche una delle cause del degrado della chiesa (che tra l'altro continua ad essere chiusa, malgrado l'ottimo restauro realizzato agli inizi di questo secolo), a causa anche di perdite di acque bianche e nere (gli abitanti sono tifosi juventini) che hanno continuato ad interessare la struttura.
L'antioratorio è caratterizzato dalla presenza di due ingressi, con putti e figure antropomorfe, accanto ai quali vi sono due belle acquasantiere.











La sala, e la struttura in genere,pare siano state disegnate da Paolo Amato, mentre le decorazioni in stucco sono state attribuite da Donald Garstang a Giacomo Serpotta. Si tratterebbe quindi di una delle commesse date al famoso artista (Palermo, 10 marzo 1656 – Palermo, 27 febbraio 1732). La controfacciata sarebbe opera di Procopio ( Palermo 1679 - Palermo 1756) figlio di Giacomo che lavorò accanto al padre nella sua bottega. Lavoro ce ne era tantissimo a Palermo in quell'epoca, visto il numero delle opere attribuite a entrambi, per cui penso proprio che non se la passassero male in famiglia.
L'interno è caratterizzato dalla presenza della decorazione tipicamente serpottiana con finestre (alcune delle quali cieche) sormontate da statue, putti e bassorilievi in stucco.



















La decorazione è sempre allegra, gioviale e trasmette un senso di leggerezza.



















Sulle pareti laterali dell’abside si vedono: a sinistra la decapitazione del santo, a destra S. Mercurio che uccide il re dei barbari. Sull’altare stava la tela che raffigurava l’Apparizione della Vergine col Bambino a S. Mercurio. L’opera è tutt’ora al museo diocesano di Palermo.












Un altro fondamentale elemento ornamentale dell’oratorio è il pavimento figurato in maiolica, di forte cromatismo, realizzato tra il 1714 e il 1715. A questo proposito vi rimando al sito www.sikania.it
che integra il mio lavoro dandovi ulteriori informazioni in merito.
Le fonti utilizzate sono il Bellafiore in Palermo guida della città e dintorni, A.Chirco in Palermo la città ritrovata, e un'opera prodotta dalla Regione Siciliana dal titolo "Serpotta Il restauro come ricerca".
Le foto sono personali e si ammonisce sull'uso delle stesse senza la mia autorizzazione.
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