martedì 24 luglio 2012

Chiesa e convento di S.Anna la Misericordia


La chiesa
La Chiesa di Sant’Anna sorge nell’omonima piazza, in quella antica contrada di Palermo denominata la Guzzetta e, successivamente, Piano della Misericordia.
Verso la fine del XVI secolo, i padri del Terzo Ordine  di S.Francesco  acquisirono l’adiacente Palazzo Bonet che decisero di ampliare, incorporandolo in un nuovo convento. Inoltre, trasformarono un’antica cappella già esistente in una chiesa dedicata a Santa Maria della Misericordia sul cui altare maggiore posero l’immagine della miracolosa Madonna della Pietà (1470). Quindi, grazie ad elemosine e contributi da parte di illustri palermitani dell’epoca ed alla generosità del Senato della città, decisero di realizzare un tempio più grande, realizzato secondo forme tardo rinascimentali.
Il progetto originale fu affidato all’architetto del Senato Mariano Smiriglio il quale incorporò nel transetto la chiesetta originaria. I lavori iniziarono nel 1606 e durarono più di trenta anni anche perché le fondamenta poggiavano su di un suolo fangoso e privo di roccia in quanto originariamente in quel sito c’era un’ansa del torrente Kemonia.

Con costi aggiuntivi si riempì il suolo di grossi massi per migliorare la stabilità dell’edificio anche se ciò non risolse del tutto i problemi.

La chiesa fu terminata nel 1632 e dedicata a Santa Maria della Misericordia anche se fu sempre chiamata Sant’Anna in onore della santa che il Senato palermitano, nel 1639, avrebbe proclamato copatrona della città

A causa della precarietà delle sue fondamenta, la chiesa subì, nel corso dei secoli, una serie di eventi che la danneggiarono e ne cambiarono profondamente l’aspetto. In particolare, a seguito del terremoto del 1726, l’austera facciata tardo rinascimentale subì notevoli danni per cui si decise di costruirne una nuova, su tre ordini, i cui lavori vennero affidati all’architetto trapanese, Giovanni Biagio Amico.
Quasi un secolo dopo, nel 1823, un ulteriore terremoto fece crollare il terzo ordine della facciata che assunse, così, l’aspetto attuale.
Le disgrazie però non finirono qui: il 1° marzo del 1943 la facciata della chiesa venne scalfita dalle schegge di una bomba caduta nella piazza e, infine, il 6 settembre 2002 un ennesimo sisma ha costretto la chiesa ad una lunga chiusura per restauro.
La facciata
Come già detto, la facciata originaria, più austera, fu sostituita da quella attuale che, fu  realizzata su tre ordini ma, a causa del terremoto del 1823, il terzo crollò. 
Malgrado ciò il suo aspetto è tra i più scenografici del barocco palermitano, grazie alle sue forme sinuose che ricordano le Cattedrali di S. Giorgio, a Ragusa e Modica, secondo i dettami del Barocco romano del Borromini. Quello che la caratterizza è l’effetto di chiaroscuro dato dall’alternarsi delle colonne e delle nicchie, con le statue che la adornano.
San.Gioacchino
Partendo dal basso, nel primo ordine, si riconoscono le statue di San Giuseppe, S.Elisabetta, S.Anna, San.Gioacchino; nel secondo ordine vi sono le statue di S.Antonio da Padova e di S. Ludovico. Tali opere  furono realizzate dagli artisti Giacomo Pennino, Gioacchino Vitagliano e Lorenzo Marabitti su disegno di Giacomo Serpotta. Di particolare riguardo è  l’altorilievo posto sul portale principale raffigurante "La pietà" di Lorenzo Marabitti.

La pietà
L’interno
E’ a tre navate, separate da colonne in marmo grigio con archi a tutto sesto, e si conclude con un ampio presbiterio rettangolare. Era stata prevista una cupola mai realizzata a causa dei già detti  problemi di staticità; al suo posto si trova adesso un soffitto ligneo decorato a trompe-l’oeil che simula la cupola,
Le navate laterali presentano cappelle coperte,  da  cupolette con lanternino.
Le pareti ed il soffitto furono ricoperti, all’inizio del ‘700, da una “decorazione a fresco” quasi del tutto scomparsa dopo il terremoto del 1823.
Resta quella del transetto, con l’Ascensione, di Vito d’Anna, a sinistra, e L’Assunzione della Vergine di Filippo Tancredi, a destra. I grandi pilastri che si trovano davanti al presbiterio sono interamente decorati in oro con medaglioni che imitano lo stucco. La volta del presbiterio è affrescata e, sul suo sfondo, si trova un organo del XVII secolo.
Sopra i due altari del transetto (dove era la chiesetta originaria) troviamo:
- a sinistra “Madonna della Pietà” (1470) affresco attribuito a Tommaso de Vigilia
Madonna della Pietà
- a destra “Immacolata Concezione” di Geronimo Gerardi (1612-1666) (pittore fiammingo)

Immacolata Concezione
A sinistra dell’Altare Maggiore troviamo la Cappella della “Pietà” con un Crocifisso ligneo su croce di tartaruga posto al centro di marmi policromi a forma di sipario sollevato da putti.

Nella navata di destra ricordiamo:
- la prima cappella, con la statua della Madonna di Sant’Anna con Maria bambina, portata in processione per le strade del quartiere
- la seconda, con decorazioni in marmo; sull’altare la “Vergine che appare a S.Diego” di Filippo Tancredi (1704)
- la terza, con, al centro la “Sacra Famiglia” con Sant’Anna e S.Gioacchino di Melchiorre Barresi (1596) e, ai lati, “S.Anna e la Vergine” e “L’annunciazione  di S.Anna” di Elia Interguglielmi (1767)
- la quarta, con la tela seicentesca di anonimo, raffigurante S.Rosalia che prega sulla città
- la quinta, ha una tela, attualmente in restauro, di E.Interguglielmi “S.Nicola in Gloria (1767).
Nella navata di sinistra troviamo:
- la prima cappella, con affreschi di Filippo Tancredi che raffigurano “La Madonna e S.Simone Stock”
- la seconda cappella, dedicata a S.Gioacchino, ricoperta di marmi, con un grande stemma sorretto da puttini, posto sopra l’altare
-la terza cappella accoglie la statua lignea di S.Giuseppe, eseguita da Baldassarre Pampillonia all’inizio del XVIII secolo
- la quarta cappella, dedicata a S.Francesco, decorata con affreschi settecenteschi raffiguranti “S.Elisabetta d’Ungheria” e “S.Luigi di Francia
- la quinta cappella con una statua di “S.Antonio da Padova” ed affreschi anonimi
Inoltre, nella seconda colonna a sinistra, un  pulpito ligneo scolpito da Giacomo Pianelli  (1740)
e, sulle pareti di fondo, sopra le porte laterali d’accesso alla chiesa, due tele del XVII secolo attribuite a Leonardo Bazzano: a destra “S.Francesco con Santa Elisabetta” e a sinistra il “Beato Guglielmo di Scicli” . 

Il convento
Adiacente alla chiesa, il Convento fu costruito, per i padri del Terzo Ordine Francescano, tra il 1606 e il 1648 attorno ad un grandioso portico rinascimentale. Si accede al convento tramite un portale esterno che immette nello scalone.
Portico
Nell’area del convento sorgeva, alla fine del XIII secolo il Palazzo di Saint-Rémy  abitato dal prefetto del re Carlo D’Angiò, Giovanni di Saint-Rémy. Quando i palermitani insorsero contro l’oppressione angioina nel 1282, il palazzo fu assalito dai rivoltosi e più di 2000 francesi furono massacrati. Il Saint-Rémy, fuggì e si  rifugiò nel Castello di Caccamo dove però i caccamesi lo catturarono e giustiziarono.


Nella stessa area, tra il 1488 e i primi del ‘500, fu costruito il palazzo di Gaspare Bonet, mercante di origine catalane, di cui resta la parte sud-orientale con la torre. L’edificio, nella seconda metà del ‘600, fu annesso al Convento ed adattato alle esigenze dei padri Francescani.
Nel 1872, con la soppressione degli ordini religiosi, chiesa e convento vennero requisiti e consegnati al Municipio di Palermo che li destinò a vari usi:: fu sede delle Guardie daziarie municipali e poi, dopo il 1878, del Liceo Ginnasio Umberto I.    
Solo nel 1930, il Convento fu restituito ai frati che ne occuparono una parte e ripresero a dire messa nella Chiesa che, per anni, era stata destinata a “granaio municipale”.
Le recenti opere di restauro condotte dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, hanno consentito di poter destinare buona parte dei locali del convento alla Galleria d’Arte Moderna, restituendolo così pienamente alla fruizione della cittadinanza.

Nessun commento:

Posta un commento