Su questa sorta di promontorio, battuto dal
mare, venne edificato, a partire dal 1307, palazzo Chiaramonte
Steri, ancora oggi l’emblema di questo sito.
Tra il XIV e il XVI secolo
la piazza vide sorgere diversi palazzi signorili. Essa rappresentava il
collegamento con il mare, attraverso le antiche vie Bottai e Parlamento in un momento in cui la città ha un ruolo
mercantile ed economico rilevante con il resto della penisola. Ad essa si accedeva
anche dalla Porta della Dogana, sita nei pressi della chiesa di S.Maria della
Catena.
Agli inizi del 600’ l’insediamento
all’interno
dello Steri del Sant’Uffizio, che diviene sede del Tribunale
dell’Inquisizione, trasformò l’aspetto del Piano della Marina: al centro di
esso ebbero luogo esecuzioni capitali, giostre, tornei e feste.
Con la fine
dell’Inquisizione spagnola
di fatto la Piazza
venne abbandonata al suo lento degrado. Nuovi splendori l’attendevano soltanto
nella seconda metà del XIX sec.
Dopo l’unità d’Italia cambia la toponomastica
della piazza.
Prendiamo la via IV Aprile. Questa via si
chiamava in origine via Palagonia dal nome del palazzo dei principi Gravina di
Palagonia, ed ancor prima veniva denominato la strada della Gancia in quanto
congiungeva il Piano della Marina con il convento e la chiesa della Gancia dei
Francescani.
A seguito della rivolta
antiborbonica del 4 aprile 1860, dopo l’uccisione dell’idraulico Francesco Riso
capo dei rivoltosi e la successiva rocambolesca fuga dei due superstiti dalla
cripta del convento della Gancia, e il successivo arrivo di Garibaldi a Palermo
il 27 maggio 1860, la via cambia denominazione proprio in ricordo di tali
avvenimenti.
Inoltre i bombardamenti borbonici e la miseria in
cui versavano i ceti popolari avevano reso necessario interventi di
ricostruzione e abbellimento di piazze e interi quartieri devastati. Piazza
Marina, in particolare, era diventata, insieme con Piazza Pretoria, luogo di
mendicanti e “Corte dei Miracoli”.
Le aspettative da parte dei palermitani nella
nuova amministrazione sabauda andarono in buona parte deluse: il popolo, nelle
sue aspirazioni di giustizia e libertà, si ritrovò ad essere ulteriormente
vessato dall’introduzione di nuove tasse e soprattutto dall’odiata leva
obbligatoria. La borghesia e l’aristocrazia attendevano da Vittorio Emanuele II
uno statuto autonomo che mai fu concesso; al contrario lo stato divenne sempre
più centralizzato.
Il municipio di Palermo avvia i lavori di
restauro della città. Giovanni Battista Filippo Basile, in particolare, viene
incaricato di rinnovare il Piano della Marina. Ciò si attua con il restauro di
numerosi edifici e soprattutto con l’impianto di un giardino al centro,
imitando in tal modo le “Square” europee. Il giardino sarà inaugurato nel 1864
e dedicato, insieme al successivo nuovo Teatro Politeama, all’eroe del
Risorgimento Giuseppe Garibaldi.
Nella villa infatti furono collocate, in tempi
diversi, statue di alcuni garibaldini famosi.
Così via Toledo diventa Corso
Vittorio Emanuele II, il Foro Borbonico diventa il Foro Umbero I ed altre vie,
meno vicine alla piazza, ricordano i più recenti avvenimenti storici come via
Garibaldi, viale dei Picciotti, corso dei Mille.
Il Piano della Marina, proprio per la sua
posizione urbanistica, diventa non solo mèta dei palermitani per la passeggiata
nel magnifico Giardino Garibaldi e un sorbetto all’elegante caffè Oreto ( nei
pressi della fontana del Garaffo), ma anche luogo legato alle attività
economiche e mercantili della nuova ricca borghesia locale e straniera,
quest’ultima, soprattutto, di origine inglese, presente in Sicilia già
dall’inizio del secolo XIX.
Molti edifici si
trasformano in hotel come l’hotel de France rimasto tristemente famoso perché
nei suoi pressi venne ucciso il poliziotto italo-americano Joe Petrosino.Le sorti della piazza tuttavia cambieranno ancora. La crisi della borghesia imprenditoriale siciliana (i Florio ecc), i bombardamenti del 1943, riporteranno Piazza Marina in uno stato di degrado ed abbandono. Soltanto a partire dagli anni ottanta per la piazza comincerà una nuova rinascita con la ristrutturazione degli edifici e la trasformazione economica legata soprattutto al turismo e alla ristorazione.
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