La storia
Spesso,
a Palermo, si sente parlare di Villa
Niscemi. Ma quale storia sta dietro questo grande esempio di patrimonio
culturale?
Rievocata
da Fulco della Cerda, duca di Verdura,
nella sua raccolta autobiografica di memorie dal titolo “Estati felici”, è noto che la villa risale a circa 4 secoli fa ed
ebbe origine da una torre di guardia situata in vista della città.
Facciata principale |
Il
fondo agricolo appartenne, fino alla metà del ‘600 a Carlo Santangelo che, nel 1664, lo lasciò in eredità alla figlia Maria; da quest’ultima passò a Martino Morso. All’inizio del XVIII
sec. la tenuta fu acquistata dal duca
delle Grotte, Tommaso Sanfilippo, il quale realizzò le prime costruzioni
intorno al vecchio Baglio.
In seguito, la villa passò in dote alla nipote MariannaLa
Grua Sanfilippo dei principi di Carini, e al marito Vitale
Valguarnera Branciaforte, principe di Niscemi, che tra il 1730 ed il 1750
trasformarono il baglio in residenza.
In seguito, la villa passò in dote alla nipote Marianna
Dopo
il 1875, la villa divenne dimora stabile del principe Corrado Valguarnera Tomasi e della moglie, principessa Maria Favara
Caminneci i quali hanno ispirato rispettivamente il personaggio di Tancredi e di Angelica del celebre
romanzo “Il Gattopardo” di G.Tomasi
di Lampedusa.
La villa fu abitata fino a qualche decennio or sono
dai discendenti della famiglia i quali però, nel 1987 la vendettero al comune di Palermo che la fece diventare
sede di rappresentanza del sindaco.
La descrizione
degli esterni
Per
quanto riguarda la descrizione esterna della Villa, possiamo subito notare una facciata di enorme compostezza
architettonica, priva però, del caratteristico scalone presente in tutte le altre Ville del stesso periodo. Sia i
balconi che le finestre sono decorate da
bordi e cornici. Dalle estremità sorgono due avancorpi con funzione di terrazze a livello del piano nobile,
forse aggiunte in epoca successiva.
Il
lato più antico è l’ala sinistra,
ciò quella rivolta verso l’ingresso, alla cui estremità si trova inglobata l’antica torre.
La vecchia torre inglobata nel corpo della villa |
Intorno
alla fine del 700, gli esterni
subirono una grande trasformazione e la proprietà si ridusse a quei quattro
ettari che ne costituiscono l’attuale consistenza. Nel tempo, venendo meno
l’importanza agricola dei terreni, venne impiantato un grande parco che ancora oggi fa da cornice alla villa.
A destra dell’edificio è l’accesso al parco della Favorita (che fu concesso per privilegio
da re Ferdinando) mentre sul fronte meridionale si stende la floretta, delimitata da un muro
ellittico, con fontana parietale a
rocaille e coffee-house; da qui parte il viale sinuoso del parco, con
giardino esotico e viali liberi che
conserva molte specie subtropicali tra cui ficus,
palme , yucche e dracene e dove è collocato un laghetto.
Infine,
a settentrione del viale d’accesso, vi è un agrumeto con viali radiali.
L' interno
Al
primo piano sono i saloni di
rappresentanza e gli appartamenti. Vi si accede tramite una scala in marmo
che conduce direttamente al primo salone, chiamato “Galleria dei Re di Sicilia” o delle armi. Esso è decorato da un grande camino, realizzato nel 1883 in pietra di Cinisi
dallo scultore Vincenzo La
Parola e alle pareti è appesa un’interessante raccolta di ritratti dei re di Sicilia che
conferisce all’ambiente l’aspetto di un antico maniero; oltre al tavolo centrale, la sala ospita
alcune portantine del XVIII secolo.
Da
esso si accede alla biblioteca, con 4000
volumi e con arredi lignei ottocenteschi, che oggi è lo studio di rappresentanza del Sindaco di
Palermo.
Galleria dei Re di Sicilia |
Dalla
sala da pranzo, si accede a una delle due
terrazze, con pavimento maiolicato a
chevron di color bianco e blu e balaustra a colonnine di tufo, con una piccola fontana settecentesca. Le due
terrazze si trovano sopra i corpi bassi del vecchio baglio.
Nell’ala
di sinistra troviamo il salotto di S. Rosalia, con al soffitto
delle decorazioni a fresco a trompe-l’oeil che culminano nell’Apoteosi di S.Rosalia. Alle pareti sono collocate consolles
del’700 e divani in legno intagliato e un tavolo con al centro un vaso
giapponese. Si accede, quindi, al salone
delle Quattro Stagioni con pavimenti maiolicati, pareti e soffitto decorati
da altri affreschi a trompe-l’oeil. Sulla parete di fondo è l’affresco con Carlomagno che riceve lo
stemma di casa Valguarnera da un nobile del casato; nel soffitto è il Trionfo dell’Immacolata attribuibile a Gaspare Fumagalli. Pregevole è il
pavimento a rabeschi colorati su fondo bianco di maiolica siciliana.
Da questa
sala si entra nell’altra terrazza sul fronte.
Affresco con Carlomagno |
Segue
la sala da ballo o Sala Verde, dal
colore delle originarie tappezzerie; la sala è affrescata con un grande dipinto
raffigurante “La moltiplicazione dei pani”. Inoltre, sono presenti alcuni
arredi settecenteschi come specchi, nature morte e un camino in marmo verde.
Continuando, troviamo lo studiolo del
principe, la camera da pranzo privata e le varie camere da letto, con
arredi dell’Ottocento.
Il secondo piano
comprende due appartamenti e la nursery ed ha due sale semplici. Dal 1987 accoglie gli uffici di Rappresentanza del Comune di Palermo.
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