E’ il
primo dei grandi teatri realizzati a Palermo nella seconda metà del XIX secolo,
durante il riassetto della città. Progettato da Giuseppe Damiani Almeyda nel
1867, fu concluso nel 1891. Dominava la piazza che diventerà il cuore della
città moderna.
Già nel
1860, su iniziativa di Giulio Benso, duca Della Verdura, primo sindaco di
Palermo, si prevedeva un nuovo centro urbano, dalla via Maqueda verso ovest,
con l’espansione lungo la Nuova Strada
della Libertà; e, su questo asse, la nascita di tre teatri: il teatro Massimo,
l’anfiteatro Mangano, realizzato nel 1889, e il teatro Politeama.
Durante
le fasi preparatorie della realizzazione del Teatro Massimo, il sindaco
incaricò Giuseppe Damiani Almeyda, giovane ingegnere civile, di fare il
progetto, sulla Piazza Ruggero Settimo, di un ‘politeama’ (teatro destinato a
spettacoli di genere diverso), teatro popolare diurno.
L’iniziativa
fu proposta anche per reagire al clima di crisi economico-civile creatasi dopo
le epidemie di colera del 1866-67. Il teatro doveva accogliere delle esibizioni
di ginnasti e acrobati dei circhi, delle operette, delle opere comiche e
drammatiche, feste e balli e, in più, spettacoli lirici, in attesa della
definizione del teatro Massimo. Cominciava così la costruzione simultanea di
due teatri: l’uno – il teatro Massimo – tempio aristocratico della lirica;
l’altro – il teatro Politeama – dal carattere popolare, che esaltava la
funzione sociale del teatro.
Nel 1874
il teatro, ancora all’aperto, fu inaugurato con ‘I Capuleti e i Montecchi’ di
Vincenzo Bellini. Nel 1874 la Fonderia
Oretea realizzò la copertura metallica, opera molto ardita
per l’epoca. Nel 1882 fu dedicato a Giuseppe Garibaldi, dopo la sua morte.
L’apertura ufficiale tuttavia, ebbe luogo nel 1891, per l’inaugurazione
dell’Esposizione Nazionale: un gala eccezionale alla presenza del re Umberto I
e della regina Margherita.
Durante
l’Esposizione Nazionale del 1891-92, ebbe un ruolo importante con
manifestazioni e spettacoli.
Con l’occasione furono anche costruiti una serie di padiglioni effimeri, all’interno del cosiddetto ‘Firriato di Villafranca’ (agrumeto dei Radaly) che si estendeva tra la via Libertà e le vie Dante, XX Settembre, Garzilli, Villafranca e la piazza Croci attuale, e che costituirà, subito dopo, il luogo del nuovo quartiere residenziale della città.
Con l’occasione furono anche costruiti una serie di padiglioni effimeri, all’interno del cosiddetto ‘Firriato di Villafranca’ (agrumeto dei Radaly) che si estendeva tra la via Libertà e le vie Dante, XX Settembre, Garzilli, Villafranca e la piazza Croci attuale, e che costituirà, subito dopo, il luogo del nuovo quartiere residenziale della città.
Nel
teatro politeama, Damiani Almeyda riprende lo stile dell’anfiteatro romano a
arcate, a pianta circolare, con una cavea all’aperto. Costruito in tempi brevi
con materiali poveri a causa delle condizioni economiche difficili, il teatro
Politeama fu il frutto di un’attenzione particolare verso l’ellenismo e
l’architettura policroma greca e romana, analizzata e studiata anche in
Sicilia, a Selinunte ed Agrigento.
Il
teatro ha una pianta circolare, segnato all’esterno da un doppio portico con
colonne di ordine dorico e ionico, con figure sovrastate da un fregio che
riproduce giochi di circo su uno sfondo rosso.
L’entrata monumentale ha la forma di
un arco di trionfo, circondato da due candelabri in bronzo; sulla sommità, la Quadriga di Apollo in
bronzo di Mario Rutelli, con ai lati due paia di cavalli e cavalieri di
Benedetto Civiletti.
Preceduta
da un vasto foyer, con la ‘Danzatrice Velata’ di Amleto Castaldi, la sala è a
forma di ferro di cavallo, con due ordini di palchi e due cavee a gradini, oggi
praticabile da 950 spettatori. Qui spicca un rivestimento cromatico, vivo e
decorativo di ispirazione pompeiana, chiuso dal fregio di coronamento della
volta con affreschi gi Gustavo Mancinelli, che rappresentano le ‘Eleuterie’.
Il
soffitto ha la forma di un sipario, di un azzurro delicato. La galleria
superiore è ritmata con colonne di ghisa sovrastate da una serie di lunette
dipinte; mentre una vasta galleria munita di colonne – con al centro il busto
in bronzo di Garibaldi – delimita il muro sull’apertura della scena.
Sede
dell’Orchestra Sinfonica Siciliana della città, il Teatro Politeama Garibaldi
ospita oggi una stagione di concerti apprezzata.
Fonte : /www.comune.palermo.it/
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